Oggi Pandora sta trafficando con vizi odiosi ed insopportabili, quello che, dopo tanto rovistare, le è rimasto impigliato come laniccia tra le dita è il vizio di non restituire i libri prestati a chi, con fiducia, ha voluto condividerli e prestarli.
In vita sua la cara Pandora ha perso in questo modo parecchi di libri che amava e ai quali, soprattutto, erano appesi ricordi e passato, immagini da ripercorrere ed accarezzare. Le è dispiaciuto, perchè quelle pagine rilegate hanno lasciato un vuoto non solo nello scaffale che insieme ai suoi cari amici lettori e scribacchini si accinge a riempire in questo diario tecnologico che poco le si addice ma tanto la incuriosisce, ma nella sua stessa memoria.
Le hanno sottratto soprattutto poesie: le perdite più gravi sono state una raccolta di Paul Verlaine, una bellissima di Rimbaud e l'ultima splendida edizione delle poesie d'amore di Nazim Hikmet. Il primo non lo rimpiange affatto, forse perchè vendicò abilmente il furto sottraendo al ladruncolo in questione una copia di "Novecento" di Baricco, che poi tra l'altro neanche amò particolarmente. Lo fece per il puro gusto di ripagare il misfatto con la stessa moneta. Dalla sua parte la scusante di essere davvero giovanissima.
Gli altri due, invece, essendo i poeti che più ama, la cara Pandora li rimpiange molto. Perchè li ha prestati? Semplice: perchè animata dal desiderio di condividerli e dalla stupida certezza che il bel termine "condivisione" non si sarebbe mai trasformato in quello odioso di "appropriazione indebita". Perchè non li ha acquistati di nuovo? Perchè, come ho detto, Pandora vive di speranza. In tal caso, nella speranza che le vengano restituiti.
Che queste parole fossero doverose è certo, che possano risvegliare coscienze improbabile, che qualche Pandora venga grazie ad esse risarcita augurabile.
Pandora
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